Come la Polisonnografia può aiutare a diagnosticare i disturbi del sonno
Come la Polisonnografia può aiutare a diagnosticare i disturbi del sonno
Il sonno è di fondamentale importanza per il nostro benessere fisico e psichico perché ha ripercussioni sulla nostra vita quotidiana, lavorativa, sociale e sul mantenimento del nostro stato di salute.
Quando si parla di disturbi del sonno, il più delle volte l’ascoltatore pensa immediatamente all’insonnia. A tutti, crediamo, è infatti successo di trascorrere, almeno occasionalmente, qualche notte senza riuscire a dormire. E sulla base di questa personale esperienza si tende spesso a far coincidere la definizione generica di “disturbo del sonno” con l’insonnia. Ciò in realtà non corrisponde del tutto alla realtà clinica.
Una delle patologie più frequentemente associate ad eccessiva sonnolenza diurna è la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno o malattia dei grandi russatori, come veniva chiamata inizialmente.
Il sintomo più tipico di questo disturbo è infatti il russamento che inizialmente costituisce più un fastidio per il compagno/a di letto che per il paziente stesso, ma che rappresenta un importante segnale d’allarme quando viene rilevato meritevole di un approfondimento clinico ed eventualmente strumentale. Le apnee ostruttive nel sonno, infatti, oltre ad essere legate allo sviluppo di sonnolenza diurna sono associate ad un incremento del rischio cardio e cerebrovascolare, ed i pazienti che ne soffrono sono più frequentemente esposti allo sviluppo di iprtensione arteriosa, scompenso cardiaco, ictus ed aritmie .
La Polisonnografia è l’esame di riferimento per la diagnosi dei disturbi respiratori del sonno, quali, prevalentemente, apnee notturne (OSAS) e roncopatie.
È un esame sicuro, con un’elevata affidabilità dei risultati, non invasivo e che non comporta complicanze per il paziente data la sua semplicità di esecuzione.
La Polisonnografia consente di studiare in maniera obiettiva il sonno attraverso la registrazione di tutte le variabili fisiologiche coinvolte nei disturbi delle diverse fasi del sonno: REM e non-REM.
Come si svolge?
L’esame polisonnografico (monitoraggio cardio-respiratorio) è possibile eseguirlo al domicilio del paziente. Prevede l’applicazione di una fascia toracica e di una addominale per il rilevamento del movimento del torace e dell’addome, di un pulsossimetro per il rilevamento della saturazione dell’ossigeno, di una cannula nasale per rilevare il flusso dell’aria e l’eventuale russamento e un sensore di posizione che rileva la posizione assunta dal paziente durante il sonno. L’esame inizia quando il paziente si corica per la notte, semplicemente accendendo l’apparecchiatura. Al mattino seguente, al risveglio, il paziente spegnerà l’apparecchiatura, sarà poi compito del medico di valutare se l’esame è andato a buon fine e a far avere al paziente l’esito dello stesso.
Si ha la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno quando il numero di apnee è uguale o superiore a 5 episodi per ora, oppure quando si ha almeno un numero di eventi uguale o superiore a 15 accompagnati da evidenti sforzi respiratori.
Se ti viene diagnosticata l’apnea del sonno,il medico ti prescriverà una terapia e un dispositivo, il MAD (dispositivo di avanzamento mandibolare).
Il MAD, infatti, tende a riportare la mandibola in posizione più avanzata (avanzamento o anteriorizzazione della mandibola), impedendo quell’ostruzione della via aerea oro-faringea che provoca le apnee notturne.
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